Una prigione per tutti… bambini inclusi

Chiunque in Turchia può finire in galera: uomini, donne, vecchi, bambini e perfino bebè. A dirlo è Raci Bilici dell’Ihd, l’Associazione per i diritti umani di Diyarbakir.

Ci sono due categorie di minori che possono ritrovarsi dietro le sbarre: quelli che sono stati arrestati per aver contestato lo Stato o per essersi resi colpevoli di atti di piccola criminalità e quelli che sono in carcere perché lo sono i loro genitori, in particolare le madri.

Lo scandalo è scoppiato ad agosto dell’anno scorso, quando è stata resa nota dal ministero della Giustizia una notizia raccapricciante: 668 bambini fra gli 0 e i 6 anni si trovavano in carcere a causa dell’arresto delle loro madri. Oggi, svela Bilici, secondo i dati forniti dalla medesima fonte lo scorso gennaio, ce ne sarebbero ancora circa 500, ma pare che per ammissione dello stesso ministero la cifra potrebbe essere inesatta. E naturalmente le associazioni non hanno diritto di visitare le carceri per verificarne la veridicità.

Del tutto impossibile poi stabilire quanti minori siano detenuti per aver commesso (o essere sospettati di aver commesso) reati. La maggior parte resta in cella solo qualche giorno, ma le conseguenze possono essere devastanti: basta una volta per rimanere etichettati come delinquenti tutta la vita, e venire arrestati ripetutamente per semplice pregiudizio delle autorità.

La macchia resta poi anche se ci si comporta da cittadini modello, perché per essere assunti in posizioni statali è necessario passare dei controlli che attestano la non-pericolosità della persona. Bilici spiega che ad esempio in Turchia in questo momento c’è un grande bisogno di medici, ma 300 medici restano in attesa perché non riescono a superare i controlli.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *